“Streghe e Pagane” di Max Dashu, con un approccio di tipo etnologico-storiografico, è un manuale di riferimento, ampiamente documentato, sul tema delle donne nella religione popolare europea.
Questo studio appassionante ti trasporta in quel “tempo di mezzo” tra il paganesimo e l’età dei roghi, quando il nome delle cosiddette streghe significava ancora donne sapienti, guaritrici, fate e profetesse.
Nello studio di ciò che è sopravvissuto e di come sia stato influenzato dalla cultura e dal passare del tempo, sono emersi vari filoni tematici, tra cui la rocca per la filatura, il fuso, la tessitura, la fortuna e le Parche (in tutte le loro molteplici declinazioni etniche); tra i temi rituali l’incantesimo, la profezia e la divinazione, i riti di guarigione, la raccolta delle erbe e i medicinali.
Un altro nucleo tematico si incentra sugli strumenti consacrati: le bacchette delle streghe e i bastoni per il seid, le sfere di cristallo, i pendoli a setaccio, nodi, rune e sacchetini per taufr o amuleti lyb.
Il filone sui luoghi, invece, porta ai santuari della Natura, come fonti, pietre, alberi (“luoghi di pace”), e verso la ricca tradizione megalitica che sua volta rimanda alle fate, agli elfi, alle antenate e agli antenati, a loro volta collegati alle dee del folclore e alle tradizioni ancorate a un luogo.